Il mastino tibetano bianco
Quando si parla di colori, uno degli aspetti che più fa discutere gli appassionati è la presenza del bianco nella razza, sia come pezzatura che come colore a se stante.
La presenza di soggetti pezzati, o con i piedi/collare bianco è ben documentata nella razza e non dovrebbe destare particolare stupore né suscitare imbarazzo, per quanto il colore non sia considerato tipico dallo standard FCI. Tant'è che i cosiddetti "hua zangao" sono ben conosciuti dai cinesi fin da quando hanno iniziato a studiare la razza (foto 1, presso il monastero Lhagang) .
Generalmente i soggetti "bianchi" in realtà bianchi non sono ma si tratta di cani fulvi con un gene specifico per la "diluizione" che porta le aree più scure del corpo a presentarsi gialle pallide e quelle più chiare ad essere praticamente bianche. Questo fenomeno si accompagna, quando la diluizione è più forte, a scolorimento del naso, che si presenta rosso scuro e non nero, ma non bisogna confondere questi cani con dei soggetti albini: gli occhi sono correttamente pigmentati e la presenza di aree più scure (generalmente su orecchie, collo e schiena, spesso molto difficili da notare quando si osserva il cane a distanza, ma evidentissime, anche nei soggetti più pallidi, quando il cane è vicino -foto 2) indica che vi è comunque stata una certa produzione di melanina.
Proprio per questo motivo, questi soggetti non hanno problemi di salute dovuti alla colorazione e non sono sordi. Utilizzarli in riproduzione, se sani, non presenta particolari rischi anche se, come sempre, è conveniente evitare di ridurre il pool genetico riproducendoli sempre tra cani con lo stesso colore nel tentativo di conservarlo in maniera artificiale.
Leggenda vuole che i cani bianchi, chiamati "xue ao" dai cinesi, dove "xue" sta per neve, possano essere osservati solo nel Qinghai ed in alcune zone del Gansu (foto 3 e 4). Eppure questo non è vero, essendo ben documentati anche cani mongoli (foto 5 e 6) e persino cani nepalesi di questo colore (a questo proposito: D. Messerschmidt, "Big Dogs of Tibet and the Himalayas", p.59, plate 3.2 -qui riportata al numero 7) indicando chiaramente che il gene per la diluizione è più diffuso di quanto ritenuto da alcuni.
Il fatto che questo colore si presenti o meno in alcune linee di sangue non ha nulla a che fare con la sua presenza in determinate aree geografiche, ma chiaramente, dove la quantità di cani è inferiore, sono anche inferiori le possibilità di osservare colori tutto sommato piuttosto rari.
Una "nota di colore" è anche rappresentata dall'abitudine di alcuni cinesi di "schiarire" le fotografie, mediante Photoshop o programma similare, per far apparire i cani totalmente bianchi (foto 8)
Immagini:
da Internet (foto 1-4 e 8)
Ayanga Chuluunjav (foto 5 e 6)
Don Messerschmidt (foto 7)